Siamo umanisti in che senso?

Estratto dalla Conferenza “CHE COSA INTENDIAMO OGGI PER UMANESIMO UNIVERSALISTA” di Silo A Buenos Aires il 24 Novembre 1994 : «…L’umanesimo ha per noi il merito speciale di essere non solo storia ma anche progetto per un mondo futuro e strumento attuale d’azione.

Ci interessa un umanesimo che contribuisca al miglioramento della vita, che crei un fronte contro la discriminazione, il fanatismo, lo sfruttamento e la violenza. In un mondo che corre verso la globalizzazione e che mostra i sintomi dello scontro tra culture, etnie e regioni, deve esistere un umanesimo universalista, plurale, basato sulla convergenza. In un mondo in cui i paesi, le istituzioni e i rapporti umani tendono a destrutturarsi, deve esistere un umanesimo capace di stimolare la ricomposizione delle forze sociali. In un mondo che ha smarrito il senso e la direzione della vita deve esistere un umanesimo capace di creare una nuova atmosfera di riflessione grazie alla quale venga meno l’opposizione irriducibile tra il personale e il sociale o tra il sociale e il personale.

Ci interessa un umanesimo creativo, non un umanesimo ripetitivo; un nuovo umanesimo che abbia chiari i paradossi di quest’epoca ed aspiri a risolverli… Cominciamo da quanto è storicamente riconoscibile [come umanista] in Occidente, lasciando la porta aperta a quanto successo in altre parti del mondo dove l’atteggiamento umanista era presente prima della coniazione di termini come “umanesimo”, “umanista” o simili.

Per quanto riguarda l’atteggiamento di cui sto parlando e che costituisce la posizione comune agli umanisti delle diverse culture, debbo farne risaltare le seguenti caratteristiche:

  1. posizione centrale dell’essere umano sia come valore che come preoccupazione;
  2. affermazione dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani;
  3. riconoscimento delle diversità personali e culturali;
  4. tendenza a sviluppare la conoscenza al di là di quanto accettato come verità assoluta;
  5. affermazione della libertà di idee e credenze;
  6. ripudio della violenza».